Un mondo fatto di forme e di colori, di elementi naturali che si confondono con l’artificioso, ecco allora che con il progetto Psychedelic Private Underwater World veniamo proiettati difronte ad una sorta di wunderkammer contemporanea, dove sono raccolte immagini come fossero frammenti provenienti dalla realtà, ma rielaborati e tramutati quasi per incanto in soggetti preziosi, esemplari estinti, forse solo immaginati.
Se siamo distanti dal tormento marittimo del capitano Achab di Melville, ci riconosciamo qui nella classificazione ossessiva che Jules Verne dà del mondo marino in 20.000 leghe sotto i mari.
Eppure tutti sono alla ricerca di qualcosa di speciale, raro, distante, ricercato.
Se come il capitano Nemo o Steve Zissou crediamo nell’impossibile, allora il nostro mondo subacqueo sarà fatto di sogni piuttosto che di realtà…

Testo di Renza Grossi (Lettore della Fotografia, FIAF).