Tappeto rosso. Red carpet.
E’ molto difficile ottenere l’autorizzazione per entrare in un macello e fotografare le varie fasi del lavoro svolto al suo interno.
Diversi sono stati i miei tentativi, quasi tutti vani.
Ma è ancora più difficile, dopo aver ottenuto l’accesso, avvicinarsi al mirino della macchina fotografica sperando di restare estranei a quanto effettivamente accade.
E’ vero, ci si abitua a qualsiasi cosa, ma essere così vicini, sentire gli odori, scorgere la paura negli occhi degli animali, ascoltare i rumori e rendersi conto che tutto fa parte di una semplice e ordinaria realtà quotidiana, utile ad ottenere ciò a cui tutti siamo abituati a tavola, fa riflettere, ma soprattutto lascia sgomenti.
Non sono vegetariano e mangio carne, pertanto questo lavoro non ha come fine quello di disincentivarne il consumo.
Red Carpet è una riflessione sul consumo di carne, un consumo oggi eccessivo, che va oltre ogni ragionevole motivazione inerente al fabbisogno alimentare.
Prima della macellazione, gli animali vengono storditi con una pistola a proiettile captivo provvista di una punta di ferro di circa sei centimetri.
Con lo stordimento l’animale è ancora vivo.
Successivamente viene appeso per gli arti inferiori e, attraverso l’utilizzo di un coltello si provvede a recidere i grandi vasi sanguigni nella zona del collo, l’arteria carotide o la vena giugulare.
In questo modo, privo di sensi, viene dissanguato e nel giro di pochi istanti muore.
Con “Red Carpet” ho voluto esplorare il “dietro le quinte” di una bistecca, con la speranza di incentivare un consumo eticamente più sostenibile o quantomeno più vicino alle reali esigenze alimentari di ogni individuo.
Testo di Pietro Sorano (Autore).
Lavoro Terzo Classificato alla manifestazione “International Photography Awards, 2017”.